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Terra dei fuochi, parte la workforce sull’audit ambientale nei Comuni del "Patto"

19/01/2016 - La Prefettura di Napoli e Sma Campania hanno avviato il processo di screening ambientale nei novanta Comuni sottoscrittori del «Patto Terra dei fuochi». È una svolta radicale.

Si è insediata la workforce che opererà sistematicamente, in quelle realtà degradate, attraverso l'audit ambientale. Ci sono stati tre giorni di formazione nella location del depuratore di Cuma su comunicazione, legislazione di riferimento, classificazione dei rifiuti, analisi delle condizioni attuali. Si inizia in questo territorio ma in futuro sarà esteso, questo progetto, su tutta la Campania.

Il viceprefetto di Napoli, incaricato al contrasto degli incendi dei rifiuti, Donato Cafagna, invierà una lettera ai sindaci, sottoscritta anche dall’Anci, in cui spiegherà questa nuova attività di estrema rilevanza. L’open space di elaborazione progettuale ed innovativa è l’azienda regionale Sma Campania.

In sintonia, dipendenti della Sma Campania, dell’Arpa Campania, gli Osservatori civici e dell’Asl si confronteranno, in gruppi di lavoro, con i referenti dei Comuni per analizzare i punti critici delle politiche ambientali, su come migliorare gli interventi di risanamento, di bonifica e riqualificazione; quali errori evitare; ascoltare proposte e suggerimenti sul servizio del ciclo integrato dei rifiuti e così via. Non in ultimo stimolare le attività di "best practice".

Quattro sono le sezioni dell’audit:

  • regolamentazione;
  • rimozione, raccolta e smaltimento;
  • monitoraggio e sorveglianza;
  • partecipazione e collaborazione inter-istituzionale.


Potenziamento ed aggiornamento degli operatori di vigilanza e della sicurezza. A febbraio, tra l'altro, si svolgeranno corsi di formazione alle polizie municipali e alle forze dell’ordine. Piani d’azione incisivi: conoscere, informare e sapere. Usare un unico linguaggio è l'obiettivo. Invece attraverso l'innovazione la Sma Campania interverrà in tutte le situazioni critiche dal punto di vista ambientale. Incentivare il controllo, la democrazia partecipativa e l'impegno civico. La mission è l'integrazione dei soggetti competenti i quali si occupano della cura del territorio e della gestione del ciclo integrato dei rifiuti. La strada maestra è far rispettare i principi del Testo unico della ambiente. Poi, capire la situazione dei Comuni e cosa hanno fatto fin ora. La creazione di un grande contesto tecnologico in cui verranno raccolti i dati accessibili ai cittadini.

Il lavoro dell'audit è strutturato su quattro sezioni. La prima è dedicata al ciclo integrato dei rifiuti ordinario e legale. In particolar modo ci valuteranno gli aspetti legati al monitoraggio della gestione del servizio di spazzamento e di raccolta. Se esistono dei regolamenti comunali in merito. Si farà il censimento dell’amianto presente ed abbandonato e infine uno screening sull’applicazione della legge 20/2013 in materia di cantieri e sull'abusivismo edilizio.

La seconda è sul controllo dello smaltimento illegale dei rifiuti. Bisogna verificare tutte le procedure di conferimento dei rifiuti delle attività medio piccole, artigianali ed agricole. Se i Comuni adottano la convenzione con Ecopneus per lo smaltimento dei pneumatici. I riferimenti normativi sono le leggi delle bonifiche, dei rifiuti e dell'amianto.

La terza parte è sul monitoraggio e la sorveglianza delle aree degradate. Ci sarà un confronto con le polizie municipali e capire le necessità urgenti dei Comuni.

L'ultima sezione è quella inter-istituzionale. Il lavoro messo in piedi dalla Prefettura di Napoli è quello di creare le condizioni in cui gli Enti locali, le associazioni ambientaliste, la scuola di polizia municipale, Cittadinanza attiva, gli Osservatori civici, l‘Area metropolitana, le Province, i Comuni, l’Anas, l’Asl, l’Arpac, le associazioni di categoria, le Camere di commercio, i consorzi, si integrino costantemente e non siano organismi separati. Tenere corsi di formazione di formazione - informazione con le scuole ed osservatori civici.