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Firenze, XVIII Giornata della memoria e dell'impegno

Firenze, XVIII Giornata della memoria e dell'impegno

Si è svolta a Firenze, il 15 e 16 marzo, la due giorni in memoria delle vittime innocenti delle mafie promossa da Libera. "Semi di giustizia, fiori di Corresponsabilità" questo lo slogan che ha accompagnato la marcia di circa 600 familiari delle vittime delle mafie.
Primo appuntamento il 15 marzo, ore 18 in una gremita Basilica di S. Croce. E' durata circa due ore la veglia presieduta dal vescovo di Fiesole Monsignor Mario Meini e concelebrata con altri sacerdoti tra cui don Luigi Ciotti, presidente dell'associazione Libera.

Tra i banchi, oltre ai familiari, moltissimi giovani che commossi hanno partecipato alla lettura degli oltre 900 nomi di tutte le vittime innocenti. Dall'altare Don Ciotti fa sapere che: "Sono partiti, stanno viaggiando da ogni parte d'Italia per essere presenti domani a Firenze. Per dire tutti insieme che non ci fermeremo". Ed in effetti, il 16, al corteo si sono presentati in tanti. Un esercito pacifico di 150mila persone che alle nove del mattino si sono date appuntamento alla Fortezza da basso. In testa al corteo c'è Don Luigi Ciotti con i familiari delle vittime, poi un lunghissimo serpentone di persone fatto soprattutto di giovani, con fiori di carta, striscioni, palloncini e bandiere colorate.

Alla marcia della legalità presente, come ogni anno, il Coordinamento Campano dei familiari delle vittime innocenti delle mafie accompagnato dalla Fondazione Pol.i.s, strumento operativo della Regione Campania per il sostegno ai familiari delle vittime. Il popoloso corteo ha attraversato tutta la città di Firenze e si è dato appuntamento allo stadio Franchi per dare il via alla XVIII giornata della Memoria e dell'Impegno. Dal palco sono stati letti i nomi delle vittime. Tanti gli interventi e tanta commozione per le parole di Don Ciotti: «La mafia è come la peste. Dobbiamo unire ciò che le mafie e i potenti vogliono dividere». «Non è un corteo come gli altri — ha detto il presidente di Libera— perché a partecipare sono i familiari delle vittime della mafia, una mafia che è una peste che si espande come un cancro per tutto il Paese. Per combatterla non basta commuoversi, bisogna muoversi e bisogna farlo per 365 giorni l’anno». Presente alla manifestazione, tra gli altri, anche il sindaco di Firenze Matteo Renzi. Chiude la giornata la voce di Fiorella Mannoia