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REVISIONE DELLA LEGISLAZIONE REGIONALE IN MATERIA DI GOVERNO DEL TERRITORIO

 La legge urbanistica della Regione Campania, la n. 16, è del dicembre 2004, mentre alcune norme che regolano interventi in materia edilizia, con evidenti ricadute sul terreno della pianificazione urbanistica, risalgono agli anni 2000/2009. Da allora molte novità legislative sono state introdotte, per iniziativa del legislatore nazionale, come nel caso della istituzione delle città metropolitane, tali da richiedere un necessario aggiornamento e adeguamento del quadro normativo regionale, nell’ambito di una competenza concorrente Stato-Regioni. Ma a spingere verso una revisione delle principali norme che regolano in Campania il Governo del Territorio, è anche la consapevolezza di criticità e, spesso, complessità (soprattutto per quanto riguarda gli aspetti procedurali) che hanno segnato, in questi 3 lustri, l’applicazione delle leggi attualmente vigenti, sollecitando – come in effetti è avvenuto in questi anni, e da più parti – una rilettura ed una rivisitazione organica dell’intera materia. Cosa che non è mai avvenuta ma, al contrario, si è proceduto con interventi sporadici o limitati a singoli aspetti, quasi sempre all’insegna della deroga agli strumenti urbanistici vigenti (valga per tutti il caso del Piano casa).

 

Risultato più evidente della crisi che si è determinata, soprattutto a livello dei singoli territori, è la mancata adozione, da parte degli Enti locali, del Piano Urbanistico Comunale: ancora oggi, su 550 comuni, soltanto il il 13% si è dotato dello strumento previsto, e reso obbligatorio già con la legge 16 dal 2004.

In questo quadro occorre, dunque, rilanciare una forte azione coordinata, tra Regione, Province, Città metropolitana, Comuni, per inaugurare una nuova stagione all’insegna della pianificazione e della progettualità attualizzando e semplificando l’intero quadro normativo.

È oggi possibile, e non più rinviabile, un lavoro importante, per le ricadute che avrà sulla comunità regionale, sulla tutela e valorizzazione dei suoi paesaggi e sull’assetto complessivo del suo territorio, ma anche e soprattutto in termini di rilancio delle attività produttive e più in generale di sviluppo sostenibile dell’economia.

Per farlo, è necessario ammodernare l’intero impianto che regola oggi la materia del Governo del Territorio, favorendo processi di riduzione del consumo di suolo e, al tempo stesso, di rigenerazione urbana, valorizzando i patrimoni esistenti. Nuovi paradigmi, nella cultura urbanistica, spingono per una rivisitazione anche di concetti, alla base della formazione dei piani e delle pratiche attuative, quali quello degli standard, se è vero che in sede di conferenza Stato-Regioni-MIT si è aperta una riflessione sulla attualità, ovvero revisione, di quanto a suo tempo stabilito con il DM 1444 a cinquant’anni dalla sua emanazione. Spingendo in direzione di un superamento della definizione puramente quantitativa, connessa al tradizionale concetto di standard, per una più attuale e adeguata declinazione dei fabbisogni di spazi e attrezzature in termini prestazionali e di servizi.

Al tema degli standard si lega, inoltre, anche la necessità di aggiornare gli strumenti urbanistici in materia di edilizia residenziale pubblica, quale quota parte del carico insediativo previsto dal PUC, alla luce del definitivo superamento dei Piani di Edilizia Economica e Popolare e dell'introduzione dell'edilizia sociale nelle politiche abitative, da assumere quale standard aggiuntivo, ma non sostitutivo di quelli del DM 1444/68.

Ulteriori aggiornamenti potranno riguardare lo stretto rapporto tra piano strutturale e piano programmatico, ovvero così come introdotti dalla L.R. 16/2004 e dal regolamento n. 5/2011.

Più in generale, per semplificare redazione e procedure di adozione/approvazione dei PUC e velocizzarne i tempi di entrata in vigore, le nuove norme potranno consentire, ai Comuni che vorranno, di far coincidere le disposizioni strutturali dei PUC con quelle dei Piani Territoriali ed inoltre di redigere l’intero PUC su basi cartografiche fornite dalla Regione, con ulteriori risparmi di tempo e di spesa per le singole amministrazioni locali, predisponendo altresì nuove misure di accompagnamento ai Comuni per le attività di pianificazione , anche attraverso idonei incentivi e premialità.

Infine, vi è il capitolo relativo all’adeguamento della vigente disciplina regionale al nuovo quadro di riferimento scaturente dall’approvazione – e successivo recepimento da parte della Regione Campania (DGR n. 287 del 20/05/2017) – del nuovo Regolamento Edilizio Tipo, in sede di Conferenza Unificata (20/10/2016).

 

Nell'ottica della massima trasparenza si intende sottoporre a consultazione pubblica la legislazione urbanistica regionale. A tal fine è stata predisposta una piattaforma informatica, che non richiede oneri di acquisizione e/o di licenze, per la raccolta delle osservazioni da parte degli stakeholder che dovranno essere classificate e valutate sotto il profilo giuridico amministrativo.

Sono previste azioni di comunicazione mirate, sia all'avvio formale della consultazione sia alla sua conclusione.