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Autonomia differenziata, incontro col ministro Stefani: De Luca consegna le proposte della Campania

Autonomia differenziata, incontro col ministro Stefani: De Luca consegna le proposte della Campania

07/03/2019 - "Il processo di autonomia delle Regioni del Nord sembrava andare avanti in un clima di sottovalutazione generale e indifferenza dell’opinione pubblica. Eppure si sta discutendo dell’unità d’Italia. L’iniziativa della Regione Campania ha contribuito a frenare questa corsa irragionevole verso esiti che avrebbero comportato conseguenze disastrose per l’Italia e soprattutto per il Sud". Lo ha detto il governatore Vincenzo De Luca in una conferenza stampa convocata nella sede romana della Regione Campania per fare il punto della situazione alla luce dell'incontro avuto nella mattinata col ministro degli Affari Regionali e dell'Autonomia Erika Stefani sul nodo dell'Autonomia differenziata.

All’incontro erano presenti anche il presidente Svimez Adriano Giannola e l’assessore regionale al Bilancio Ettore Cinque.

"Abbiamo riscontrato un clima di grande cordialità e una particolare disponibilità all’ascolto e alla comprensione reciproca - spiega il presidente De Luca - Finalmente si sta affrontando la questione nel modo giusto e nella consapevolezza che si sta parlando dell’Italia e del suo futuro. Da parte nostra, il punto di partenza è la difesa dell’unità nazionale". Non una banalità, dice il governatore, ma una cosa molto concreta, che si traduce nel "garantire la norma perequativa del divario tra Nord e Sud" e nella "disponibilità a realizzare il fondo di coesione nazionale". 

La Campania "è pienamente disponibile ad accettare la sfida dell’efficienza amministrativa, non difenderà le aree di cialtroneria e di disamministrazione che ancora si registrano in alcune parti del Mezzogiorno. Ciò premesso, non è possibile fare un passo in avanti in più senza un'operazione verità dal punto di vista del bilancio e dei numeri. La storia per la quale l'autonomia differenziata non toglie un euro al Sud è una mistificazione inaccettabile: partire dalla spesa storica significa cristallizzare la situazione di squilibrio attualmente esistente tra le due parti del Paese. Basti pensare che il tempo pieno a scuola in alcuni regioni del Nord è presente nel 25% degli istituti mentre al Sud si raggiunge sì e no il 3,8-4%. Lo stesso si può dire per la sanità, settore nel quale riceviamo meno risorse di qualsiasi altra regione d’Italia. Quindi abbiamo chiarito al Ministro che è necessario avere la conoscenza reale dei numeri in relazione alla spesa pubblica, al riparto effettivo delle risorse attraverso l'indispensabile supporto tecnico dell'Ufficio Bilancio della Camera e del Senato oltre che della Ragioneria dello Stato".

Fatto questo, occorre "definire i livelli essenziali delle prestazioni, ossia i fabbisogni standard e dunque i costi standard". Un posizione, quella della Campania, che "non è rivolta ad un lavoro di ostruzionismo nei confronti della riforma" ma "di accelerazione di tale processo". 

Il rischio oggi - dice ancora il governatore - è quello di "avventurarsi in un terreno nel quale non si arriverebbe da nessuna parte. Dopo il via libera partirebbero ricorsi alla Corte Costituzionale che finirebbero per paralizzare tutto". 

Altra pregiudiziale posta al Ministro riguarda la discussione, che "deve avvenire con tutte le altre Regioni italiane" e prevedere "un coinvolgimento pieno del Parlamento. Dal Ministro abbiamo riscontrato un parere positivo anche su questi argomenti". 

Insomma "noi non vogliamo gettare la palla in tribuna, non vogliamo impaludare il tutto in un contenzioso costituzionale. Abbiamo proposto un elenco di questioni attinenti al trasferimento di competenze che possono essere affrontate e realizzare subito, senza modifiche costituzionali. Un esempio riguarda i pareri ambientali: per fare un escavo della sabbia in un porto perdiamo oggi dai tre ai cinque anni, la questione potrebbe essere demandata alle Regioni. Così come alcuni temi che riguardano la flessibilità nella gestione dei bilanci della sanità".

De Luca, quindi, conclude: "Crediamo di aver frenato un percorso che portava ad effetti irreversibili per tutta la nazione, abbiamo fatto maturare un clima di sicurezza e credo di aver capito, dal Ministro, che i tempi non sono più contingentati. Ci sarà un coinvolgimento del Parlamento e la definizione di fabbisogni e costi standard. Siamo convinti che con le persone di buon senso del Nord che come noi condividono l’unità nazionale e il valore della patria si possano trovare elementi di condivisione e di accordo".