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Il Trianon, la nuova stagione guarda alla musica doc

Il Trianon, la nuova stagione guarda alla musica doc

Il Trianon ritrova se stesso. Riparte dalla musica e invita sul palco Bennato, Raiz, Zurzolo e Barra, per citare alcuni nomi. Passata la tempesta - si chiude, si riapre, si cambia - il teatro della canzone napoletana punta sulla musica live. Due mesi di spettacolo tra jazz, ballate classiche, bossa nova e tutto quanto sta a cavallo fra innovazione e tradizione più pura. Si parte il 23 febbraio con la musica e il sax di Marco Zurzolo.

 

Trianon music live è il titolo della rassegna. E alla corte del teatro di Forcella ecco approdare il meglio della musica nostrana. A Daniele Sepe spetta il gran finale del 24 aprile. Nel bel mezzo c’è Senese (25 febbraio) con il suo ultimo lavoro. Eddy Napoli, voce storica dell’Orchestra italiana di Arbore, va in scena, invece, il 2 e 3 marzo. E poi giù con la sfilza di artisti: Capone & BungtBangt, Raiz, Fausto Mesolella, i Virtuosi di San Martino, Peppe Barra, Ciro Sciallo, la Montecorvino. E ancora Eugenio Bennato, Gennaro Cosmo Parlato e Maria Nazionale. Non manca l’omaggio alla Napoli dei bei tempi passati, con Gloriana e Giacomo Rizzo nelle vesti di Murolo e Bruni, Fierro e Merola.

 

Tutta partenopea, quindi, la nuova stagione del Trianon. Per una sorta di ritorno alle origini.

 

La storia. Nato nell’autunno del 1911, il teatro di piazza Calenda diviene subito sinonimo di lusso e regie delizie. Almeno nel nome. Trianon, infatti, identificava il luogo simbolo del relax divertito della Francia regale del ‘700. Inaugurato dalla compagnia di Eduardo Scarpetta, nel 1940 il teatro muta in Cinema Splendore, per poi ritornare, qualche anno dopo, palcoscenico teatrale con l’inaugurazione affidata a Roberto De Simone. Il tempo passa e con esso si succedono svariate peripezie. Compie così 100 anni. E per l’occasione indossa il suo abito originale. Presentandosi al pubblico come il teatro per eccellenza della canzone napoletana. E non importa se è musica passata o all’ultimo grido. Quel che conta è il marchio di origine controllata.